Tramonti dopo la pioggia


Il cammino di oggi prevede una salita a quota 1.500m. Le previsioni danno pioggia da mezzogiorno, così cammino in fretta, rendendo la salita più faticosa di quanto sarebbe stata fatta con calma. La camminata è all'interno di un fitto bosco, mi ricorda le passegggiate in Val Taleggio. Mi aspetto da un momento all'altro di vedere un capriolo o un cinghiale, ma sulla mulattiera pietrosa faccio troppo rumore.


Arrivato a dei pascoli in cima decido che è il momento di una pausa, mi siedo, ascolto. Vento tra le foglie, ronzio di insetti, delle voci in lontananza... Delle voci? Riprendo a camminare, trovo un fontanile. Tre ragazzi parlano una lingua incomprensibile, il dialetto del posto. Due sono in trial, uno in bici. Scambio quattro chiacchiere: sono tamarrissimi e alla mano e ho voglia di parlare. Mi parlano del trial: "è solo un gioco, ma gli uomini non crescono, cambiano solo i giocattoli". Quanto è vero, ripenso ai miei giochi, quelli di oggi, e all'importanza di mantenere vivo il bambino che è in me.



Li saluto e comincio la discesa. Mi ricordo che a Santiago si parlava molto di lasciare andare le gambe. Lascio andare, ed è tutto un correre e saltellare, un gioco. Il convento francescano di Poggio Bustone, sopra il paese, ha una chiesetta di nuova costruzione dedicata a San Giacomo. Purtroppo non vedo conchiglie.


Poggio Bustone è un paese meraviglioso, inerpicato sulla montagna, tutto scalini e con un panorama sulla valle che manda in estasi. Le persone del posto ci invidiano Milano e Dubai, sembra che, assuefatti alla bellezza, vedano solo la monotonia della vita di paese. "Non siamo m i contenti", mi dice E., "come esseri umani". Possiamo accontentarci stasera di tramonti fantastici e di una cena gourmet.

Domani ci prenderemo la pioggia, verso Rieti.