La tappa più lunga, l'albero che tiene, la processione
Oggi ho percorso la tappa più lunga del cammino. Da Mandela si scende in fondo alla Valle dell'Aniene e si risale il fiume fino a Subiaco, lungo il percorso di una vecchia ferrovia e per sentieri boschivi.
Sul lungofiume si incontrano tanti raccoglitori di more, gente che corre o va in bicicletta. Nelle parti di sentiero nessuno.
Per una parte del tempo sto con F., di Merano, ragazzo di poche parole. Non è male camminare in silenzio con lui. Parte della strada la faccio da solo, e dopo circa 20km sento la necessità di sedermi a riposare. Rimango per una mezz'oretta a guardare l'acqua del fiume che scorre rapida e un albero che...
L'albero sul fiume
L'albero che fa radici aeree... non so come si chiama. Non so se dei rami si sono spezzati, e con le radici sono rimasti ancorati all'albero, o se le radici nell'acqua a contatto con il fondale si sono irrobustite.
Questi rami/radici sembrano barchette ormeggiate all'albero. La corrente li tira a valle e loro stanno lì. L'albero sembra solido, ma riceve una trazione continua che lo trascina in basso. Chissà se lascerà che le sue radici si spezzino e vadano per la loro strada, seguendo il fiume, o se invece queste, ormai forti, resteranno attaccate, con il rischio che la corrente che incessantemente le tira alla fine farà spezzare il tronco.
Non credo che l'albero possa scegliere. Non può decidere di lasciare o tenere. Il fiume scorre, lui resta e tiene, fino a quando qualcosa, naturalmente, lascerà andare.
L'Inchinata
Stasera mi fermo in un convento. La suora che mi riceve, mi dice che ci sarà una processione. Un centinaio di persone segue un gruppo di uomini che porta a spalle un quadro largo due metri e alto almeno tre, raffigurante Gesù. Lo portano dalla chiesa a valle, su per strade e scalinate poco più larghe del quadro, fino ad arrivare alla piazza della chiesa dedicata a Maria Assunta, dove c'è un dipinto decorato e trasportato in maniera simile. La piazza è piena di migliaia di persone.
I due dipinti si guardano e si inchinano tra di loro tre volte, seguendo la litania intonata dal parroco. Gli inchini sono eseguiti al grido do "Misericordia!". Tutti i presenti fanno il gesto dell'inchino con una solennità che mi impressiona, e mi trascina a fare lo stesso. Ma a chi o a cosa mi sto inchinando? Perché? Non colgo il senso di tutto questo. Probabilmente un rito che va fatto e basta, per tradizione.