'ndo de'annà'a Cascia?
(una mia traslitterazione spero fedele di una domanda che mi è stata fatta. Adoro l'accento umbro!)
L'arrivo a Norcia (ieri sera)
Del terremoto di Norcia del 2016 me n'ero scordato. Sì, la guida ne parla, ce l'avevo nella testa come idea, ma non lo sapevo. Scendendo dal pullman do le spalle al centro. Lungo la via che mi porta all'ostello c'è una fila di prefabbricati con negozi vari, sembrano quasi le bancarelle fighette di Piazza Duomo sotto Natale. Passo dritto, manco ci faccio troppo caso. Passo l'ospedale e comincio a capire... Lungo la via c'è un condominio di villette a schiera, che sarà stato costruito non prima?degli anni 80. I muri sono sventrati, le macerie coprono i mobili di appartamenti abbandonati in cui forse nessuno ci ha più messo piede. Ho capito.
Un'ora dopo vado verso il centro per cenare. Sono già in compagnia di una coppia di ciclisti che stanno facendo il cammino da Ancona, la mattina erano a Spoleto, eroici. Parlando con loro e guardando le mura capisco che le "bancarelle" sono i negozi del centro, traslocati lì. Il centro è un miscuglio di case rifatte a nuovo da pochissimo e di muri che un tempo erano case e negozi. La maggior parte sono però edifici più o meno interi, puntellati per stare fermi così, in attesa di lavori che prima o poi ricostruiranno tutta la città. Tra questi c'è la basilica, inagibile come le altre chiese. C'è poco da vedere oggi a Norcia.
Con i miei commensali si parla di cammini in Italia, dell'andare in bici o a piedi e di mille altre cose. Ascolto, non mi sento ancora nel mood, non sono ancora partito...
Verso Cascia
Oltre ai due ciclisti, in ostello c'è un solo altro pellegrino. È di Milano, ha vissuto a Dubai, è giovane, fisicato, tatuato. A Milano non ci saremmo nemmeno guardati, ma sul cammino ci siamo solo noi. Sarà il mio compagno di viaggio. A trentadue anni ha girato il mondo, fa lo steward in aereo, ha appena interrotto una relazione (chissà perché non mi sorprende...) e ha anche scritto un libro!
La strada è una mulattiera a fondo valle, in mezzo a pascoli. Non incontriamo nessuno, a parte un pastore. Nei tre paesi che attraversiamo incontriamo solo un anziano che taglia la siepe dell'orto. Sorride quando gli chiedo se c'è un bar. Mi indica la strada per Cascia.
Il paesaggio è da "le più belle cartoline d'Italia", il sole è caldo, pure troppo. Si suda e si cammina, che non c'è dove fermarsi. All'una siamo già a Cascia, piena di devoti a Santa Rita, molti pugliesi. Pellegrini non se ne vedono.
Santa Rita da Cascia e il culto del dolore
Non so perché piace l'immagine di una donna che chiede di partecipare al dolore di Cristo, e vive gli ultimi 15 anni della sua vita con una spina della corona della Passione conficcata in fronte. E questo dopo che le hanno ammazzato il marito e i due figli sono morti di peste.
Addirittura si arriva a dire "Chi non soffre non ama"! Ma non è la giustificazione alle relazioni tossiche? A pensarci, è stato un tema importante della chiacchierata lungo il cammino con E. Quindi come al solito nei cammini e nella vita, niente avviene per caso. È una risposta? Questa risposta non mi piace. Thai dice che non c'è loto senza fango. In fondo è la stessa cosa, ma così mi sembra più presentabile. Nella gioia c'è la sofferenza, nel dolore c'è la felicità. Forse non c'è amore che non abbia una parte di tossicità e di sofferenza, ma la frase della beata Madre Teresa Fasce mi sembra quasi un voto al masochismo.
In una via vicino all'albergo ho visto un manifesto della processione del Venerdì Santo che si fa qui: un uomo cammina incappucciato, ammanettato e con le catene ai piedi. Dietro di lui altri uomini incappucciati lo seguono, uno portando un enorme croce. È inquietante. non ho voluto fotografarlo.
La ricerca della felicità passa dall'accettazione della sofferenza. Ma la ricerca della sofferenza è un'altra cosa. Può solo alimentare sofferenza.
O forse, leggendola in un altro modo, è un'operazione di svelamento. La sofferenza è spesso autoinflitta a livello inconscio, forse un sabotaggio alla ricerca della felicità. Con queste dichiarazioni e rappresentazioni, questa forma di cristianesimo rende esplicito quello che cerchiamo in reltà. Vogliamo soffrire, non vogliamo essere felici.