L'ombelico d'Italia
Le giornate del Cammino di San Benedetto si stanno definendo con una divisione netta: il mattino, con la camminata, i paesaggi, la mente libera, la solitudine (anche se oggi è stata parziale) e il pomeriggio sera, con gli incontri, le chiacchiere, i tramonti.
Camminando sotto la pioggia
Secondo la guida oggi sarebbe stata una delle tappe più facili. Dagli splendidi panorami di Poggio Bustone, dopo un'ora e mezza si arriva agli splendidi paesaggi di Cantalice, un altro paese arroccato sul monte tutto a scale. Poi giù in gradevole discesa verso il Santuario La Foresta e Rieti. La guida non tiene conto del meteo: da La Foresta inizia a piovere. Dalla strada che scende a valle, si vedono fulmini cadere a breve distanza, e la pioggia arriva a secchiate. Il mio k-way non può fare granché...
Gli ultimi due chilometri circa, dal cartello di inizio della città al centro, sembrano infiniti. Piove a dirotto e grandina un po'. Mi rifugio sotto la tettoia di un porchettaro. Mangerei qualcosa, ma non ha altro se non la porchetta! Arrivo in centro dopo aver letteralmente guadato strade, con l'acqua quasi al ginocchio.
Rita e Rieti
Rita è l'ospitaliera del B&B che ho prenotato. È una donna energica e premurosa, molto ciarliera. Mentre mi doccio e mi asciugo mi prepara un piatto di farro "con quello che c'è", che non ha potuto andare a fare la spesa. Mi accoglie da pellegrino. Si siede al tavolo e mi racconta dei cammini italiani e di Rieti. Dei terremoti che la cosa peggiore non sono i morti, ma il fatto che tolgono possibilità e futuro. Nessuno vuole investire in un posto dove c'è un terremoto ogni sei anni e i giovani vanno via. Mi dice che l'affluenza a tutti i cammini d'Europa è in calo dopo il covid, compreso quello di Santiago; e che il Cammino di San Benedetto è il più frequentato... Ne hanno parlato al convegno che si è tenuto a Fa la cosa giusta. Penso che tutto è una moda, e questa moda sta un po' scemando.
Rita è anche guida turistica, e alle 18 la seguo con un gruppo in un tour della Rieti sotterranea: con la vista di alcune tacche negli stipiti dei negozi, e qualche atrio sotterraneo, travertini e pozzi, lei riesce a costruire il vivido racconto di come i romani abbiano costruito l'unico viadotto che perdura da 2300 anni e che ha resistito a tutti i terremoti che hanno più volte raso al suolo la città, e di come su questi archi sono state costruite le torri e i palazzi del centro; della via Salaria, che dall'Impero e durante lo Stato della Chiesa godeva di uno spazio economico comune; del sale che era il bene più prezioso, con il quale venivano pagati i legionari (per questo diciamo "salario"); di Rieti, che prima degli argini costruiti in epoca fascista, era chiamata "la Venezia d'acqua dolce", dato che le esondazioni del fiume allagavano le vie da autunno a primavera, trasformandole in canali navigabili; del presepe inventato da S. Francesco a Greccio; di come quei sotterranei furono utilizzati come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale. Racconta tutto con passione ed energia, vorrei stare ad ascoltarla per altre due ore!
Faccio un giro nel centro. Giovani fanno l'aperitivo, un monaco francescano accompagna a braccetto una signora claudicante, dei ragazzini cingalesi giocano a cricket sotto il campanile della cattedrale (inagibile per il sisma), turisti passeggiano sotto un altro tramonto da cartolina.
Mi sembra di essere in uno dei posti più belli del mondo: semplice ed elegante, resistente e rilassato, tamarro e intellettuale, il centro d'Italia.
Da domani viaggio solo
Ceno con E. in una locanda lungo il fiume, ci va di parlare. Domattina torna a Milano, verso nuovi lavori. Sono contento di averlo conosciuto, unico pellegrino con me, nel cammino più affollato d'Italia.