Due anni fa c’era molta meno gente, eppure non ricordo di aver provato questa esperienza: circa dieci chilometri di cammino solitario.

Il vuoto, quello vero

Il vuoto è questo per me: nessuno davanti, nessuno dietro, solo verde, uccelli e insetti. Verso mezzogiorno anche i suoni degli animali si fanno sottili e rimane soltanto il suono dei miei passi. Un passo, un passo, un passo, un passo… così per ore. Non c’è altro oltre il sole e la terra, quasi non ci sono io, se non per quell’idea di provare a rappresentare il vuoto (ma non può essere spiegato!) e quel suono di passi che è me, è non me, è terra e sole.

Ho fatto pace con i miei piedi, ho fatto pace con il mondo. Almeno per oggi. Così mi sono concesso piscina e chiacchiere all’albergue, gente che si ritrova e gente nuova. Gente che non capisco cosa ci faccia qui e gente che non riuscirei a immaginarmela in un altro posto. Pasta col sugo e cerveza. Le pietre stanno sulla strada e non ho voglia di raccoglierle.