In treno verso un nuovo cammino
Oggi inizio un nuovo Cammino. Nuove e vecchie pietre da lasciare andare, consapevole che io sono quello che non lascia andare niente. Il percorso serve ad accettare che così è, non serve a cambiare. O forse cambierà qualcosa, chissà...
Intanto il viaggio inizia su un treno che mi porta veloce a Firenze, al quale seguirà un altro treno, un po' più lento, che mi porterà a Foligno, e un terzo treno, ancora più lento, con il quale arriverò a Spoleto. Il percorso inizia a Norcia, dove arriverò stasera con un pullman.
Ancora prima di partire mi affido alla Provvidenza per riuscire ad incastrare le coincidenze di quattro mezzi!
Non so cosa aspettarmi dal Cammino di San Benedetto: non ci sarà certo la moltitudine di Santiago. Sarò sempre solo? E se sì, va bene? Lo scoprirò. Il percorso è nato solo dieci anni fa e si svolge in parte in luoghi terremotati, tra Umbria e Lazio. Ho altissime aspettitive sui paesaggi e i borghi.
Mi è sembrato prudente prendere la guida, che mi ha già regalato una grande perla che riporto qui:
Nel riconoscersi tutti nel comune nome "pellegrini", nasce la solidarietà, scompare ogni divisione, s'impone su tutti l'unità. Il saluto con cui ci accoglie la meta, "Pax", non è un eufemismo: camminare è un atto profondamente pacifico. E rivoluzionario: in un mondo che tutto divora e prontamente butta via, il camminare ristabilisce il giusto peso delle cose. Il nulla che portiamo nello zaino stride con il troppo che appesantisce la vita. La musica ritmata dei passi s'impone sul tic-tac dell'orologio. Il Cammino alleggerisce e libera da tante, troppe schiavitù. L'incerto prevale sul certo: è così che, vivendo quest'esperienza altamente liberatoria, possiamo arrivafe ad accorgerci della Provvidenza, della Bellezza e dell'Amore che ci circonda.
Parto molto stanco. Il mio corpo mi dirà se accetta la fatica. Gli chiederò di cedere, di lasciarsi andare nel ritmo lento dei passi.