Discorsi di uomini gattari

Il percorso svolto oggi
Il percorso svolto oggi

Le oche del fiume Velino a Rieti
Le oche del fiume Velino a Rieti
Una statua di San Michele
Una statua di San Michele

Il clima del mattino è fresco a Rieti, mi fermo ad osservare un labrador nero che si tuffa nel Velino e fa scappare le oche che fino a un attimo prima prendevano il sole tranquille. Il cielo è limpido. Parto ancora stanco dalla giornata precedente. Ci metto un po' a trovare la strada, alla fine devo seguire la salaria per alcuni chilometri. Tante macchine e camion che per fortuna abbandono presto per una strada asfaltata che passa per quelli che mi sembrano pascoli in abbandono, circondati da boschi.

Montagne verdi
Montagne verdi

Poi si imbocca un sentiero con una salita lunga e ripida, che mette a dura prova le gambe e il fiato. Aiuta a tenere la mente vuota. Vado e basta.

Montagne e nuvole
Montagne e nuvole

Arrivo a Belmonte in Sabina, un paese pieno di anziani e bambini, aria di villeggiatura, panorama mozzafiato. Poi proseguo per Rocca Sinibalda. Il grande castello che sovrasta il paese è sicuramente interessante, ma non accessibile. Il posto non mi sembra particolarmente degno di nota, ma forse mi sono abituato troppo bene nei giorni scorsi.

Il Castello di Rocca Sinibalda
Il Castello di Rocca Sinibalda

Valerio e la vita in solitaria

Valerio mi ospita in una casa a due chilometri e mezzo dal paese, lungo una strada isolata dove ho un incontro non proprio amichevole con due cani che si avvicinano minacciosi ai miei polpacci. Ha 47 anni e vive da solo con tre gatti. È di Roma. Ha deciso che la vita in città non fa per lui, che non sopporta che i vicini di casa si girino dall'altro lato per non salutarlo e il casino della capitale. Così 10 anni fa ha deciso di trasferirsi qui.

Penso che la scelta sia estrema, ma trovo che sia una persona che ha trovato un suo equilibrio con il fai-da-te, i libri e soprattutto nel rapporto simbiotico con i gatti.

Appena mi siedo su una sdraio in giardino uno di questi mi sale in braccio e comincia a fare la pasta. Valerio mi spiega che è il "Curandero", il gatto che guarisce grazie alla sua affettuosità. È colpito e contento che i gatti mi apprezzino.

Ceniamo e rimaniamo a parlare fino a tardi di stili di vita, convenzioni sociali e soprattutto di rapporti con le donne. Dice che quello che non funziona nelle relazioni è che dopo la fase dove tutto è perfetto, si sente il bisogno di inserire l'altro in un ruolo (in realtà lui sostiene che sia sempre la donna a esigere dall'uomo il "ruolo", ma sono convinto che ci sia una reciprocità). Sostiene che le donne, e non per colpa ma per condizionamento sociale, alla fine vogliono un compagno di vita, un padre per i loro figli, e se non sei disposto a ricoprire quel ruolo vieni scartato.

«Quindi», gli chiedo, «non ci sono relazioni che funzionano?»
«Sì, c'è l'amicizia tra uomo e donna».

Cibo per riflettere.

Luna piena da casa di Valerio
Luna piena da casa di Valerio
Vista da casa, al mattino
Vista da casa, al mattino

Al mattino mi faccio accompagnare in macchina fino al paese, ho paura di quei cani. Dopotutto, sono un gattaro anche io!

La gatta, quella ritrosa
La gatta, quella ritrosa

L'ombelico d'Italia

Il percorso svolto oggi
Il percorso svolto oggi

Le giornate del Cammino di San Benedetto si stanno definendo con una divisione netta: il mattino, con la camminata, i paesaggi, la mente libera, la solitudine (anche se oggi è stata parziale) e il pomeriggio sera, con gli incontri, le chiacchiere, i tramonti.

Camminando sotto la pioggia

Secondo la guida oggi sarebbe stata una delle tappe più facili. Dagli splendidi panorami di Poggio Bustone, dopo un'ora e mezza si arriva agli splendidi paesaggi di Cantalice, un altro paese arroccato sul monte tutto a scale. Poi giù in gradevole discesa verso il Santuario La Foresta e Rieti. La guida non tiene conto del meteo: da La Foresta inizia a piovere. Dalla strada che scende a valle, si vedono fulmini cadere a breve distanza, e la pioggia arriva a secchiate. Il mio k-way non può fare granché...

Gli ultimi due chilometri circa, dal cartello di inizio della città al centro, sembrano infiniti. Piove a dirotto e grandina un po'. Mi rifugio sotto la tettoia di un porchettaro. Mangerei qualcosa, ma non ha altro se non la porchetta! Arrivo in centro dopo aver letteralmente guadato strade, con l'acqua quasi al ginocchio.

Rita e Rieti

Rita è l'ospitaliera del B&B che ho prenotato. È una donna energica e premurosa, molto ciarliera. Mentre mi doccio e mi asciugo mi prepara un piatto di farro "con quello che c'è", che non ha potuto andare a fare la spesa. Mi accoglie da pellegrino. Si siede al tavolo e mi racconta dei cammini italiani e di Rieti. Dei terremoti che la cosa peggiore non sono i morti, ma il fatto che tolgono possibilità e futuro. Nessuno vuole investire in un posto dove c'è un terremoto ogni sei anni e i giovani vanno via. Mi dice che l'affluenza a tutti i cammini d'Europa è in calo dopo il covid, compreso quello di Santiago; e che il Cammino di San Benedetto è il più frequentato... Ne hanno parlato al convegno che si è tenuto a Fa la cosa giusta. Penso che tutto è una moda, e questa moda sta un po' scemando.

Rita è anche guida turistica, e alle 18 la seguo con un gruppo in un tour della Rieti sotterranea: con la vista di alcune tacche negli stipiti dei negozi, e qualche atrio sotterraneo, travertini e pozzi, lei riesce a costruire il vivido racconto di come i romani abbiano costruito l'unico viadotto che perdura da 2300 anni e che ha resistito a tutti i terremoti che hanno più volte raso al suolo la città, e di come su questi archi sono state costruite le torri e i palazzi del centro; della via Salaria, che dall'Impero e durante lo Stato della Chiesa godeva di uno spazio economico comune; del sale che era il bene più prezioso, con il quale venivano pagati i legionari (per questo diciamo "salario"); di Rieti, che prima degli argini costruiti in epoca fascista, era chiamata "la Venezia d'acqua dolce", dato che le esondazioni del fiume allagavano le vie da autunno a primavera, trasformandole in canali navigabili; del presepe inventato da S. Francesco a Greccio; di come quei sotterranei furono utilizzati come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale. Racconta tutto con passione ed energia, vorrei stare ad ascoltarla per altre due ore!

Ragazzi giocano a crlcket in piazza
Ragazzi giocano a crlcket in piazza

Faccio un giro nel centro. Giovani fanno l'aperitivo, un monaco francescano accompagna a braccetto una signora claudicante, dei ragazzini cingalesi giocano a cricket sotto il campanile della cattedrale (inagibile per il sisma), turisti passeggiano sotto un altro tramonto da cartolina.

Umbilicus Italiae
Umbilicus Italiae

Mi sembra di essere in uno dei posti più belli del mondo: semplice ed elegante, resistente e rilassato, tamarro e intellettuale, il centro d'Italia.

Tramonto su Rieti
Tramonto su Rieti

Da domani viaggio solo

Ceno con E. in una locanda lungo il fiume, ci va di parlare. Domattina torna a Milano, verso nuovi lavori. Sono contento di averlo conosciuto, unico pellegrino con me, nel cammino più affollato d'Italia.

Tramonti dopo la pioggia

Il percorso svolto oggi
Il percorso svolto oggi
Uscendo da Leonessa
Uscendo da Leonessa

Il cammino di oggi prevede una salita a quota 1.500m. Le previsioni danno pioggia da mezzogiorno, così cammino in fretta, rendendo la salita più faticosa di quanto sarebbe stata fatta con calma. La camminata è all'interno di un fitto bosco, mi ricorda le passegggiate in Val Taleggio. Mi aspetto da un momento all'altro di vedere un capriolo o un cinghiale, ma sulla mulattiera pietrosa faccio troppo rumore.

Ancora non mi sono stancato di questi panorami
Ancora non mi sono stancato di questi panorami
La statua all'ingresso del bosco
La statua all'ingresso del bosco

Arrivato a dei pascoli in cima decido che è il momento di una pausa, mi siedo, ascolto. Vento tra le foglie, ronzio di insetti, delle voci in lontananza... Delle voci? Riprendo a camminare, trovo un fontanile. Tre ragazzi parlano una lingua incomprensibile, il dialetto del posto. Due sono in trial, uno in bici. Scambio quattro chiacchiere: sono tamarrissimi e alla mano e ho voglia di parlare. Mi parlano del trial: "è solo un gioco, ma gli uomini non crescono, cambiano solo i giocattoli". Quanto è vero, ripenso ai miei giochi, quelli di oggi, e all'importanza di mantenere vivo il bambino che è in me.

Un bosco
Un bosco
Montagne verdi
Montagne verdi
Montagne gialle
Montagne gialle

Li saluto e comincio la discesa. Mi ricordo che a Santiago si parlava molto di lasciare andare le gambe. Lascio andare, ed è tutto un correre e saltellare, un gioco. Il convento francescano di Poggio Bustone, sopra il paese, ha una chiesetta di nuova costruzione dedicata a San Giacomo. Purtroppo non vedo conchiglie.

🤩🤩🤩🤩🤩
🤩🤩🤩🤩🤩
A ogni angolo spunta bellezza
A ogni angolo spunta bellezza

Poggio Bustone è un paese meraviglioso, inerpicato sulla montagna, tutto scalini e con un panorama sulla valle che manda in estasi. Le persone del posto ci invidiano Milano e Dubai, sembra che, assuefatti alla bellezza, vedano solo la monotonia della vita di paese. "Non siamo m i contenti", mi dice E., "come esseri umani". Possiamo accontentarci stasera di tramonti fantastici e di una cena gourmet.

Un tramonto stupendo, dopo il temporale
Un tramonto stupendo, dopo il temporale

Domani ci prenderemo la pioggia, verso Rieti.

Tanto sole, tanta pioggia

Il percorso svolto oggi
Il percorso svolto oggi

Il cammino

Uscendo da Monteleone e dai suoi bellissimi scorci arrivo alla frazione di Ruscio, un posto di villette dove passava il confine tra Stato della Chiesa e Regno delle Due Sicilie, un posto dove non sarebbe male sistemarsi per un po', per l'immensa quiete e il paesaggio meraviglioso.

Che meraviglia Monteleone!
Che meraviglia Monteleone!
Una chiesa crollata
Una chiesa crollata
Anch'io mi sto abituando al pane senza sale...
Anch'io mi sto abituando al pane senza sale...

Da lì parte una strada a fondo valle in mezzo ai pascoli, dove incontro solo mucche e cavalli al pascolo. La strada è dritta, pianeggiante e sotto un sole che diventa sempre più caldo con il passar delle ore. Il sole mi dà fastidio, ho fretta di arrivare.

Prati e monti
Prati e monti
Mucche al pascolo
Mucche al pascolo
Cavalli tormentati dal sole e dalle mosche
Cavalli tormentati dal sole e dalle mosche

Dopo dieci chilometri arrivo a Villa Pulcini, mi fermo un attimo nella piazza per prendere un po' d'ombra assieme a un gruppetto di anziane. Una signora romana che va per i novanta dice che dovevano sistemare le chiese prima delle case, che lì la messa la devono fare in piazza... A me questo posto fa venire in mente quella poesia immensa di Daniele Silvestri che è L'autostrada, così, uscito dal paese, per la prima volta in tre giorni rompo il silenzio e me l'ascolto.

La casa era giusto al confine tra il vento e la sete
Un posto abitato da fate
E da poche altre forme di vita ugualmente concrete
Vicino all'incrocio di un paio di strade sterrate
Che senza motivo apparente si incontrano
E poi, disperate, ripartono
Tristi, così come sono arrivate
Comunque a qualcuno una volta saranno piaciute Se poi sono state abitate
Qualcuno che fermo all'incrocio pensò:
"Aspettiamo che arrivi l'estate"

[...]

A volte succede qualcosa di dolce e fatale
Come svegliarsi e trovare la neve
O come quel giorno che lei mi sorrise
Ma senza voltarsi e fuggire
Vederla venirmi vicino fu quasi morire
Trovare per caso il destino
E non sapere che dire
Ma invece fu lei a parlare

"Mi piace guardare la faccia nascosta del sole
Vedere che in fondo si muove
Dormire distesa su un letto di viole"
Mi disse "e a te cosa piace?"
"Mi piace sentire la forza di un'ala che si apre
volare lontano, sentirmi rapace
Capace di dirti ti amo,
aspettiamola insieme l'estate"

Altri pascoli, altri monti
Altri pascoli, altri monti

Breve playlist di oggi

  • Daniele Silvestri, L'autostrada
  • CCCP, Annarella
  • Bandabardò, Balla ancora
Si intravede l'autostrada (così pensavo)
Si intravede l'autostrada (così pensavo)

Leonessa e la pioggia

Arrivo a Leonessa e prima di entrare in centro trovo l'affitacamere prenotato. La strada è stata facile e per niente faticosa, ma il sole mi ha cotto e mi addormento subito. Al risveglio il tempo è cambiato, inizia a piovere forte.

Dopo un'ora la pioggia diminuisce esco a girare il paese. La chiesa della piazza principale è aperta. All'ingresso c'è un quadro moderno che raffigura una rappresaglia nazzista avvenuta qui nel '44. Un prete e altri uomini vengono fucilati. Non proprio il quadro che ti aspetti in una chiesa. Origlio la spiegazione che un uomo sta dando ad alcuni turisti. Il racconto lo terrò per un'altra volta.

Sulla sinistra c'è una porta che dà su una balconata dalla quale si gode uno splendido panorama sulla valle. Mi siedo a contemplare i monti e la pioggia. Non ho nulla da fare e mi sento libero. E forse è per questo che la giornata cambia.

Il portico della chiesa di Pietro e Paolo
Il portico della chiesa di Pietro e Paolo

L'uomo che raccontava è il priore della chiesa. Andati via i turisti viene da me, ha voglia di parlare. Mi lascio affascinare dalle storie di vecchi confini, di monti e vallate tra Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche, del viadotto che si vede che è solo un pezzo di un'autostrada mai realizzata, di una stazione sciistica, dove ormai non c'è quasi più neve, di parenti partiti e tanto altro.

Non so dire quanto tempo è passato quando esco e girovagando trovo un'altra chiesa aperta. Dentro un quartetto di giovani musicisti suona musica barocca. Non mi aspettavo tanta grazia!

 Tramonto dopo la pioggia
Tramonto dopo la pioggia

Ceno con E. che nel frattempo ha cambiato idea sulla ex. In piazza c'è un torneo di calcio-tennis, con sottofondo la peggio musica commerciale degli ultimi anni. Ha smesso di piovere e un vento freddo suggerisce di andare a casa. Ma il torneo mi appassiona. Alla fine ci sono anche i fuochi d'artificio.

È l'agosto tamarro italiano. Basta lasciarselo fluire dentro, che diventa una bella serata.

Del cammimar solo e di ospitaleri ospitali

Il percorso svolto oggi
Il percorso svolto oggi

Roccaporena, il kitch di Santa Rita

Questa mattina E. non arriva. Decido di partire solo, un po' più tardi di ieri. Il sentiero di S. Rita collega Cascia alla frazione dove la Santa è nata e ha vissuto la sua vita laica. Un sentiero verdeggiante e ombroso che corre con la roccia a sinistra e lo strapiombo a destra. Non c'è nessuno. Anche quando il sentiero si interrompe e vengo buttato su una provinciale, di macchine non ne passano. C'è un silenzio stupendo.

Il sentiero di S. Rita
Il sentiero di S. Rita

Roccaporena è una specie di luna park a tema Santa Rita. L'attrazione principale è lo "scoglio" dove la santa andava a pregare, e dove avrebbe lasciato il segno delle ginocchia sulla roccia. Ci si arriva da una via crucis di 300 scalini. È pieno di pugliesi, molte persone ci vanno scalze. Altra penitenza, altro dolore, altro cristianesimo che non capisco.

La roccia è imponente dalla strada
La roccia è imponente dalla strada
La vista dallo scoglio di Roccaporena
La vista dallo scoglio di Roccaporena

Il sentiero in solitaria

Lasciata Roccaporena cammino per ore in mezzo al bosco, solo io e le lucertole che fuggono al mio passaggio. Nient'altro. Ancora la mente è piena e si fa sentire.

Chissà quanta contentezza in questo luogo!
Chissà quanta contentezza in questo luogo!
Dopo una salita ripida, chi potrebbe fiatare?
Dopo una salita ripida, chi potrebbe fiatare?

Arrivo a un passo dove trovo un agriturismo e un cavallo bianco che viene a salutarmi e a prendersi due carezze. Mi piace la sua sfrontatezza!

Mi darai carezze, che tu lo voglia o no!
Mi darai carezze, che tu lo voglia o no!

L'agrturismo Colle del Capitano è pieno di gente che ha voglia di parlare. Oste e famiglia, qualche avventore, tutti si siedono a parlare. Mi sento coccolato. Mi fanno star bene.

Fa caldo!
Fa caldo!

Un bel panorama
Un bel panorama
Un bel sentiero
Un bel sentiero

Monteleone

Arrivo a Monteleone dopo una mangiata pantagruelica, sotto un sole cocente. Questo paese è stupendo, vivo, almeno oggi che c'è la sagra della Pecora. Il proprietario del bed & breakfast è il primo che mi dà l'impressione di fare un'attività prima di tutto per i pellegrini. Siamo ancora solo io ed E.

Monteleone, tra i borghi più belli d'Italia
Monteleone, tra i borghi più belli d'Italia
Panorama dalla Piazza del Mercato
Panorama dalla Piazza del Mercato
La torre dell'orologio
La torre dell'orologio

Alla sagra anche le patate sono cotte con la pecora e comunque c'è una fila pazzesca. Torniamo in centro a origliare le famiglie che parlano e i vecchi che giocano a carte.

Vita di paese
Vita di paese