La stanchezza, l'oceano, il tramonto

Tramonto a Muxia, ne è valsa la pena.
Tramonto a Muxia, ne è valsa la pena.

Oggi è stata una giornata storta. Faceva troppo caldo nel dormitorio e avevo dormito poco e male. Non avevo recuperato le energie dopo la lunghissima tappa di ieri, così sono partito presto ma con le pile scariche.

Ho camminato con Silvia, Giovanni e Teresa per i primi 5km, il tempo di sentire un’altra triste storia che forse si è risolta, poi ci siamo separati: loro dritti per Finisterre e io a Muxía.

Il paesaggio era meraviglioso, ma io non andavo. Non c’erano bar nei pochi centri abitati, non c’erano aree di sosta nei boschi, solo mulattiera con sassi, fastidio alla caviglia e fatica. Anche i pensieri si sono rabbuiati, contorti e confusi come il mal di testa.

Poi, mentre arrivavo in cima all’ennesima salita guardandomi i piedi e chiedendomi perché quella casa sulla sinistra non sia un bar, alzo lo sguardo quasi per sbaglio

e sbatto contro l’oceano.

Prima erano i soliti boschi, le solite mucche tristi, i soliti campi di mais, i soliti “ola, buen camino” e d’un tratto la salsedine nel vento e l’azzurro. Tutti i pensieri si sono sciolti e anche se mancavano altri 7km, tutto è cambiato.

Muxía è un villaggio di mare come altri, più brutto di altri, ma ha un promontorio dentro l’oceano e puoi guardare a occidente e vedere il sole scomparire nella nebbia a pelo dell’acqua, e sembra una candela che è arrivata in fondo, dà gli ultimi bagliori e poi si spegne.

C’era un po’ di gente sulla collinetta rocciosa, e per almeno 10 minuti eravamo tutti zitti, solo la risacca sotto e i gabbiani tutt’intorno, che sembrano in festa. Cosa devi commentare quando vedi lo spettacolo più bello del mondo? Un tramonto succede tutti i giorni. Mi chiedo cos’altro c’è di meglio da fare a quell’ora.

Passata la sbornia dello spettacolo, ho chiacchierato con due ragazzi di Lecco, che avevano la domanda per tutti nel cammino: descrivi il Cammino in 5 parole. Ho detto una cosa sensata, loro mi hanno detto le loro. Mi hanno detto che hanno deciso di farla a tutti dopo averla fatta tanto per fare a un tipo che ha risposto così

Io sono tutte le coscienze

Nicolas l'Alchimista

Un panorama in Galizia
Un panorama in Galizia

Dopo tanti giorni in cui l’ho incontrato, ci ho fatto delle colazioni e qualche cena, oggi ho fatto 25km insieme a Nicolas. Il motivo per cui è uscito di casa a piedi ed è arrivato fin qui è raccogliere l’antimonio che si trova in abbondanza a Finisterre e da quello fare il processo di purificazione per ottenere il mercurio. Il processo di purificazione è fisico e spirituale, e il cammino è necessario per compiere l’opera nera, la putrefazione che permetterà la successiva purificazione.

Alcune baracche
Alcune baracche

Altre persone sono invece arrivate a Santiago per abbracciare una statua di metallo messa su un sarcofago contenente il corpo tagliato in due di un apostolo. Il sarcofago era stato buttato in mare in Giudea dopo la sua uccisione e miracolosamente aveva galleggiato fino ad arrivare in Galizia. Non ricordo chi camminando da quelle parti nell’841 vide un campo di stelle (Compostela) e lì trovo il sarcofago, tutto incrostato di capesante. Anche i cristiani nel cammino fanno, se vogliono, un processo di purificazione.

Nicolas è uno tranquillo, sta cercando la sua illuminazione come me, usa solo altri termini. Anche lui si innamora e si preoccupa dell’attaccamento. Cerca il Principio ed è determinato. Il suo cammino lo porta lontano, in Sud America. Il mio mi porterà a Muxia domani, tra resti celtici e chiese. Per concludere martedì a Finisterre.

Determinazione io ne ho meno, anche perché credo che non ci sia nulla da cercare: tutto quello che mi serve è già qui, adesso.

La Compostela

È proprio lei, la cattedrale!
È proprio lei, la cattedrale!

L’8 agosto 2016 ho iniziato un cammino da Saint-Jean-Pied-de-Port che mi ha portato il 18 agosto 2018 a Santiago de Compostela. Ho percorso 799km a piedi. Mentre la ragazza all’ufficio per i pellegrini di Santiago compilava il certificato mi sono commosso e non so bene perché. In due anni sono cambiate molte cose: è cambiato lo spirito con cui ho camminato, il tempo che ho passato da solo, l’umore alterno, gli incontri e i compagni di viaggio. Io forse sono cambiato meno. Però con quel foglietto in mano ero diverso e avevo una voglia matta di abbracciare. Sulla piazza della cattedrale ho reincontrato quasi tutti e tutti li ho abbracciati. Qualcuno mi ha mosso nel profondo, qualcuno è rimasto più in superficie, ma per quanto piccola la sua parte è stata importante.

Sono andato alla messa per i pellegrini, ho abbracciato anche San Giacomo. D’altra parte quando viene detto “scambiatevi un segno di pace”, in Spagna non si danno la mano: si abbracciano e si danno un bacio. Tutto sembra più facile e più vero.

Non ho nemmeno scelto con chi passare la serata, me li sono trovati lì davanti e si è mangiato ballato, risate e abbracci. Un mondo migliore è possibile lungo il cammino.

Grazie a Marco, Federica, Fabio, Alessandra, Desara, Francesca, Silvia, Francesco, Nicolas, Laurina, Claude, Isabelle, Laura, Rada, Silvia, Francesco, Giulio, Giacomo, Silvia, Sabrina, Elisabetta, Alejandro, Barbara, Dok, Antonio, Didier e tanti altri di cui adesso non ricordo il nome. Grazie per quel caffè, la birra, la cena, le risate e i pianti, la filosofia e le scampanate.

Questo cammino è finito, ma c’è ancora bisogno di camminare: domani parto per Finisterre.

Quando sei verso la fine

La via dei dolori
La via dei dolori

Mi sono guardato allo specchio mentre mi radevo i capelli: sono quello di prima. Solo un po’ più abbronzato e la pancia piena di napolitanas e tortillas.

Il penultimo giorno, ha un sapore amaro. Il viaggio non mi ha cambiato, le pietre sono tutte qui. Anche i miei compagni di viaggio degli ultimi giorni vogliono stare da soli, hanno poca voglia di parlare come me. Non so perché cammino in fretta, tanto che a fine giornata ho male alle gambe.

Accettare che le cose finiscono è difficile, per questo adesso ho paura di arrivare.

-50 a Santiago

Una mattina con la nebbia
Una mattina con la nebbia

Melide è abbastanza grande, ha anche dei palazzoni ed è in festa. Peccato che alle 22 l’albergue chiuda e non si possa star fuori a sentire l’orchestra della Galizia che suona per il Ferragosto.

I 33km di oggi li ho fatti parlando francese e inglese. E in silenzio. Grazie silenzio, grazie alle persone che sanno stare senza il bisogno di riempirlo.

Fiumi nel bosco
Fiumi nel bosco